Un vero e proprio qui pro quo. Immediatamente dopo aver pubblicato la notizia dell’operaio intento a spaccare le rocce sulla scogliera lo faceva per una buona causa.
Fonti vicine al municipio IX hanno spiegato che le pietre colpite dalla mazza dell’operaio erano quelle che la mareggiata ha riversato a terra durante la tempesta del 30 ottobre. L’intento era quello di andare a rendere più piccoli i massi e incastrarli in quelle feritoie create dai marosi che per una notte intera hanno sbattuto sull’Anita Garibaldi aprendo grossi buchi.
Il fine era certamente nobile, è stato forse commesso un errore di valutazione; un’ingenuità. Certo è che l’uomo, da tempo al servizio del municipio e da tempo impiegato in riparazioni sul litorale non ha danneggiato nulla bensì ha cercato di portare il proprio aiuto alla comunità. Il suo errore? Quello di prendere un’iniziativa che, forse, non gli competeva.