Quarto, il reportage. Viaggio a Villa Stalder

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di Sarà Giangreco.

Villa Stalder: io mi sono fatta una domanda

Quanto contiamo noi cittadini nella cura del bene pubblico?

Per chi come me ha passato tutta la vita a Priaruggia, Villa Stalder non è solo un parco, ma una casa.

Lì ho speso gran parte della mia infanzia: ricordo lo scivolo pericolosissimo, alto, arancione, dove ci arrampicavamo tutti i giorni, e la giostra – anche quella ha fatto le sue vittime.

All’epoca la Villa era un po’ disastrata, mal curata, con quei giochi che ci mettevano in pericolo che ci regalavano ferite quasi ogni giorno. Per non parlare della gigante sabbiera al piano inferiore, dove vagavano cani e gatti, e insieme ogni tipo di batterio esistente.

Siamo sopravvissuti e stiamo bene.

Circa 10 anni fa, le cose a Priaruggia cominciano a cambiare: nasce il Civ, i cittadini e i commercianti iniziano a prendere coscienza del fatto che un dialogo con le istituzioni si possaavere, per fare gioco di squadra.

Grazie a Walter Vassallo e Federico Bogliolo, consiglieri del Municipio IX Levante, viene deliberato un restyling del parco. La villa è stata interamente ristrutturata e sistemati i giochi.

Il Civ Priaruggia è stato un attore importantissimo: la cura dei parchi ha una struttura di urgenza che segue la calpestabilità, ovvero, più persone frequentano l’area, più è urgente la sua manutenzione. Villa Stalder è uno dei parchi in cima alla lista, anche grazie agli eventi che in passato sono stati organizzati.

Alla luce di questo, mi sorge una domanda spontanea: la Villa, oggi, soffre di incuria o di vandalismo?

Ho 38 anni, e sinceramente, mai come oggi, ho visto tagliare l’erba, sistemare le panchine, svuotare i cestini, con una cadenza così frequente.

Non avevo nemmeno mai visto però, bambini divellere la pavimentazione e usare sanpietrini come lego, sotto gli occhi dei genitori. Non ne avevo visti saltare su un tombino di plastica, che ricopre l’impianto di irrigazione, distruggendolo. Non ne avevo mai visti saltare sulle panchine o addirittura spostarle per stare più comodi.

Non diamo sempre la colpa agli adolescenti, perché nella maggioranza dei casi, non sono loro a fare i danni.

Siamo d’accordo sul fatto che i bambini abbiano bisogno di svago, di sfogo, però ritengo che il rispetto verso le cose comuni, pubbliche, sia da insegnare il prima possibile.

Le segnalazioni fatte sulla manutenzione della pavimentazione, provengono molto spesso da genitori che lasciano i propri figli a giocare con i sanpietrini, accumulandoli e lasciando buche enormi e pericolose.

Credo sia necessario, prima di accusare di scarsa manutenzione, cercare di fare mente locale ed evitare di arrivare a quel punto, magari facendo capire ad un bimbo che una pietra presa dal pavimento non è un gioco, e che quella pietra dovrebbe tornare al suo posto.

Credetemi, per tanti anni sono stata a Villa Stalder anche come mamma, e ogni volta che i miei figli si sono azzardati a spostare o a rompere qualcosa, sono stata la prima a riprenderli, far sistemare e spiegar loro perché è importante mantenere il bene pubblico.

Sappiamo che il mugugno è gratis e libero, ma se siamo noi a provocare un danno alla comunità, dovremmo essere poi noi a risarcirla, prima di tutto con il rispetto, poi facendo in modo che questi continui atti vandalici finiscano una volta per tutte, prendendo coscienza che la cittadinanza può e deve essere attiva, propositiva e attore positivo nella gestione del bene pubblico.

 

 

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