“Origines”, grande successo per il primo romanzo del nerviese Francesco Ferretti

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I trenta ancora sono lontani e vanta già un’esperienza di vita non da poco. Vive da tempo fuori dall’Italia e – alla faccia degli italiani “mammoni” – Fratelli Ferrari mette in pubblicazione il suo primo romanzo che, alla prima stampa, è già un successo incredibile.
Francesco Ferretti, nerviese e di Sant’Ilario bassa per l’esattezza, è l’autore di Origines – Libro Perduto dell’Arcangelo Uriel edito da Ferrari Editore e in vendita in tutte le librerie dal 15 gennaio.
Francesco Ferretti, il suo libro sta vendendo molte copie. Lei è nerviese ed è cresciuto nel nostro quartiere ma ottenuto successo all’estero. Cosa sta succedendo in Italia, per quale i motivo i giovani scappano?
“Molti lamentano una mancanza di lavoro a Genova o in generale in Italia. Dal canto mio potrei garantire che non è affatto così. Non sono andato via per mancanza di prospettive o di offerte interessanti, ma perché (purtroppo) ho come un senso di inquietudine che mi assale ogni volta che mi fermo per più di quattro o cinque mesi in un unico posto”.
Ha bisogno di viaggiare…sempre?
“Non so esattamente il motivo di questa mia necessità di spostarmi continuamente raggiungendo mete così diverse fra loro per cultura, clima e persone; quindi ho deciso di abbandonare (spero momentaneamente) la mia Nervi per cercare di curare questa sensazione logorante di inquietudine. Purtroppo ancora non ci sono riuscito”.
Origines-Libro Perduto dell’Arcangelo Uriel. Ci vuole raccontare qualcosa?
“Come idea nasce già all’età di 14 anni. Allora non avevo ben chiara la trama né tanto meno come sviluppare la psicologia di un personaggio e così, tra impegni vari di scuola e sport, abbandonai questo progetto. Fu solamente quando mi iscrissi alla facoltà di interpretariato e traduzione, nel settembre 2012, che decisi di rispolverarlo. Ogni week end scrivevo pagine e pagine e la storia si delineava sempre più nella mia mente così come lo scopo. Imparai a tratteggiare le caratteristiche più intime dei mie personaggi (che vedo un po’ come dei figli) e a riprodurli fedelmente nel foglio, con i loro pregi e i loro difetti, in modo che ogni tipo di lettore potesse rispecchiarsi in uno o più di essi”.
Cosa l’ha spinta a scrivere un romanzo così introspettivo?
“La ragione che mi ha spinto a scriverlo è una che potrà sembrare puerile e utopistica: volevo cambiare il mondo. Il mio libro si prefigge lo scopo di educare il lettore su temi moderni e importanti attraverso una prosa leggera e romanzesca. Si tratta di un romanzo mitologico e, sebbene alcuni lo classifichino come fantasy, io stesso cotinuo a non trovare un genere appropriato. Essendo mitologia parla di leggende e non di fantasia. Le leggende hanno sempre un fondo di realtà ed è proprio questo che cerco di riportare nel romanzo. Ancora oggi l’uomo si trova davanti infiniti misteri. Con un minuzioso lavoro di ricerca sono andato a scovare quali fossero i più interessanti o curiosi e li ho riportati; chiaramente sono presenti anche altri elementi che passano dall’orrore alle scene divertenti”.
Non si tratta di un unico libro, non è vero?
“Il progetto è di quattro libri in totale e ora sono già a metà del secondo. Nel primo libro si è parlato di tematiche quali la vendetta: di come le persone reagiscano alla perdita di un proprio caro e del modo insidioso con cui il potere cambia le persone. Nel secondo libro si introdurranno temi ancora più recenti quali il ruolo della donna, lo stupro, l’omosessualità, l’immigrazione e un accenno all’intolleranza religiosa (vista da ambo le prospettive, credente e non). Il terzo e il quarto saranno ancora una sorpresa, sebbene abbia già in mente il finale e sappia già più o meno come tutto andrà a finire. Infine, dopo averti ubriacato con questo fiume di parole, si. Mi manca Nervi… Da morire
mi manca mia madre, mio padre, Gabriele, i miei gatti il mio cane e le mie galline.
Quando torno sto bene, tuttavia temo che questo sia dato dalla consapevolezza che non starò lì a lungo”.

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