La notizia arriva da un tweet di Roberto Burioni e da un articolo de Il Corriere della Sera. “Buona notizia, seppure in quantità variabili, i pazienti guariti da Covid19 producono anticorpi contro il virus. Questo è bene perché rende affidabile la diagnosi sierologica e, se gli anticorpi fossero proteggenti, promette bene per l’immunità”.
Uno studio cinese pubblicato il 29 aprile su “Nature Medicine” dà una buona notizia: “Segnaliamo risposte anticorpali acute a SARS-CoV-2 in 285 pazienti con COVID-19. Entro 19 giorni dall’esordio dei sintomi, il 100% dei pazienti è risultato positivo all’immunoglobulina G (IgG) antivirale. La sieroconversione per IgG e IgM si è verificata contemporaneamente o in sequenza. Entrambi i titoli di IgG e IgM hanno raggiunto il plateau entro 6 giorni dalla sieroconversione. I test sierologici possono essere utili per la diagnosi di pazienti sospetti con risultati RT-PCR negativi e per l’identificazione di infezioni asintomatiche”.
Quindi il 100% dei pazienti trattati ha sviluppato gli anticorpi che risultano essere la “memoria” del nostro corpo all’infezione (IgG) e anche quelli che indicano la primissima risposta all’attacco del virus (IgM).