Negli ultimi anni il sistema sanitario cinese è stato oggetto di significative riforme, grazie soprattutto all’innovazione sul fronte della ricerca e sviluppo in campo farmaceutico.
Nel 2017 la Cina si è impegnata per aumentare e allineare la qualità delle attività di ricerca e sviluppo agli standard globali, entrando a far parte di un consorzio comprendente dieci paesi. Oggi la Chinese Food and Drug Administration ha livelli qualitativi e di efficienza analoghi alla statunitense FDA e all’europea EMA: ciò consente alle società cinesi di ottenere l’approvazione di nuovi farmaci in altri paesi. Ne è un esempio l’approvazione nel 2019 di un farmaco per il linfoma non-Hodgkin prodotto dalla società BeiGene e concessa dalla FDA statunitense.
Altro significativo intervento è stato l’annullamento dell’obbligo per le società che si occupano di innovazione farmaceutica di avere un’infrastruttura interna, rendendo così più semplice la creazione di aziende biotecnologiche e generando una forte domanda per le società di ricerca e sviluppo in outsourcing.
Forti di questi cambiamenti strutturali e sostenuti dai progressi scientifici e dagli investimenti privati, le società biotecnologiche di elevata qualità hanno avuto un vero e proprio boom, tanto che di recente la borsa di Hong Kong ha istituito una nuova sezione che consente di investire proprio in questo segmento.
Queste riforme continueranno a dare impulso ed efficienza al settore per il prossimo decennio e, per gli investitori di lungo termine si prospettano interessanti opportunità di investimento.
a cura di Ivana Traverso