“Ci sono giornate buone e giornate meno buone. E quando ti alzi non sai mai cosa ti aspetta”.
Mauro Armanini, volontario della Pubblica Assistenza Nerviese, inizia così.
”Ecco, ieri ero in ferie (il suo ruolo è quello amministrativo del controllo convogli con Ferrovie dello Stato, ndr) e aspettavo la visita di carissimi amici da fuori Genova. Ovviamente, vista la situazione, non sono venuti”.
E così?
”Andiamo in croce allora, a dare una mano. In questo periodo, ho pensato, c’è sicuramente bisogno”.
Com’è andata?
“Una giorna come tante, con gli amici fraterni, nella tua seconda famiglia”.
Poi, cosa è accaduto?
“Poi il telefono suona. Ti devi vestire. È un Covid. Subito dopo un altro, un altro ancora e via così, ininterrottamente tutto il giorno”.
Cosa si prova in quei momenti?
”Vedi e vivi la sofferenza. Osservi medici e infermieri in Pronto Soccorso esausti, i veri eroi di questa emergenza. File e file di barelle nei corridoi, tutti con la bombola di ossigeno. Vivi il dolore dei parenti, quando carichi un loro caro che non vedranno per diverso tempo e che non sanno se rivedranno mai più”.
Ma non è tutto. Non è vero?
”Già, proprio così. Ci sono i bambini, sì perchè anche loro si ammalano di Covid, li vedi respirare male, il cuore si fa piccolo, davvero piccolo”.
Come procedere in questi casi?
”Entri al pronto soccorso del Gaslini, e li vedi, accuditi amorevolmente da persone stupende. Vedi i bimbi soffrire. Non mi abituerò mai ai bambini che stanno male”.
È terribile.
”Sì, lo è. Però poi giornata finisce, sei esausto, fisicamente distrutto, moralmente anche; hai visto davvero troppa sofferenza, troppo dolore. Infondo però sei contento, seppur distrutto sai di aver aiutato persone sofferenti, chi aveva bisogno di te, e questo ti conforta, ti fa tirare avanti”.
Abbiamo voluto raccontare la storia di Mauro, uno dei tanti eroi – silenziosi – di questo terribile 2020.