Come emerso da un recente studio, nel primo trimestre del 2020 si è assistito ad un prevedibile calo nel volume delle transazioni immobiliari poco inferiore al 20%, complice il periodo di chiusura totale del mese di marzo. Stando alle ultime previsioni di mercato per il 2021, si presume una crescita dell’1,6% per il settore.
La recente esperienza del lockdown ha cambiato profondamente le abitudini della clientela. Un marcato desiderio di tranquillità pare prevalere sull’accesso alle comodità urbane.
La propria abitazione, ora più che mai, è focolare e rifugio. Vengono privilegiati gli spazi più verdi e distanti dagli agglomerati urbani.
Lo spazio esterno è diventato un must, segno che l’esperienza della quarantena con tutti i suoi spiacevoli, seppur necessari corollari, ha plasmato l’attuale immaginario del cliente circa la percezione stessa della funzione della propria abitazione. Oggi la casa è tornata ad essere dimora, inteso come luogo da – e in cui – vivere, piuttosto che un comodo accessorio funzionale alla frenetica vita cittadina.
Caratteristiche prima considerate di secondario interesse, come ad esempio la vista o la densità di popolazione nel quartiere, ora sono tenute in massima considerazione. Fortunatamente il territorio della nostra regione, tanto ricco nella diversità di contesti e panorami, si presta a soddisfare le più disparate esigenze. Dal cittadino “green”, che smania per una grande terrazza vista mare dove amici e parenti possano ammirare il suo piccolo “orto in vaso” a km0, alla coppia di professionisti sanitari che ricerca indipendenza e sollievo dallo stress, immergendosi nei verdi paesaggi delle nostre frazioni collinari.
Date le premesse, nonostante le voci circa una depressione del mercato, gli effetti di questo periodo storico incidono non tanto sul valore dell’immobile, ma sulla variazione circa la sua stessa richiesta. Immobili in contesti urbani privi di spazio esterno risultano avere scarso “appeal” sulla clientela. Date le circostanze, se la situazione lo consente, sarebbe opportuno e consigliabile, per proprietari di tale tipologia d’immobile, attendere la fine di questo momento particolare per una vendita, salvo non si tratti di proprietà ubicate in quartieri appetibili per studenti e trasfertisti, o – detto in altri termini – validi per un eventuale investitore.
Viceversa, il valore degli immobili in contesti più isolati o quantomeno con vista aperta e importanti spazi esterni (quali lastrici solari, terrazze sovrastanti et similia), non solo non ha registrato particolari inflessioni negative, ma in alcuni casi ha evidenziato una rivalutazione a rialzo, unita ad una velocizzazione nei tempi di mediazione necessari a concludere un soddisfacente accordo per entrambi i soggetti.
Sembra quindi azzardato, per non dire sintomatico di una scarsa conoscenza del mercato, parlare di depressione dei prezzi. È ormai noto il malcostume, proprio di alcuni soggetti, nel cercare di trarre vantaggio dalla naturale ansia generalizzata, frutto di preoccupazioni dovute al futuro occupazionale e caratteristica dei periodi storici connotati dall’incertezza. Un esempio particolarmente significativo di tale fenomeno è stato il moltiplicarsi di casi, spesso trattative tra privati, in cui il compratore (alcune volte addirittura in buonafede!) si avvantaggiava della paura del venditore per aumentare il suo potere negoziale, al fine di comprare ad un prezzo inferiore al valore di mercato.
È dunque evidente come qualunque Agente Immobiliare con un minimo di capacità e serietà professionale, essendo immune a tale tipo di retorica, non dia adito e risonanza a toni allarmistici, riuscendo quindi a tutelare qualsiasi venditore da simili rischi. A riprova di ciò, come Agenzia abbiamo vissuto un periodo più frizzante nel post-lockdown rispetto ai mesi precedenti.
A mio avviso, questi dati rimarcano ancora una volta il valore aggiunto della mediazione immobiliare, nonché la differenza tra un “mercante di paura” (o nel migliore dei casi un ingenuo improvvisatore) e un mediatore con una solida capacità professionale.
In conclusione… Noi vendiamo case, non sensazioni!
A cura di Alessandro Ghibaudi
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