Guido Agosteo, giornalista professionista già caporedattore del Corriere Mercantile, ha scritto per noi la sua personale esperienza durante la terribile serata di ieri. Una penna unica per una notte terribile. A voi il suo personale sentimento.
Quasi due ore per percorrere poche centinaia di metri alla fine di corso Europa, dal convento in poi. Niente radio, non mi va di smanettare con il telefono al volante. Ma so che è successo qualcosa, ho letto sui tabelloni che l’autostrada è chiusa. Il fumo si è visto proprio di fianco allo svincolo, all’altezza della strada del Fasce, e se non ricordo male lì passa il metanodotto.
Fumo, tanto, non si vedono le fiamme. Resto in coda, non imbocco la rampa per scendere in centro a Nervi e un secondo dopo, il presagio diventa incubo. Nervi è circondata dalle fiamme, in quella meravigliosa conchetta che pochi anni fa fu già distrutta dalle fiamme. Si è fatto buio, e basta un attimo per capire che non solo lì brucia. Dopo un tempo interminabile, riesco a percorrere i primi metri di Aurelia. Il fuoco ha svalicato e ridisceso. Mi sembra di indovinare che stia aggredendo la valletta dei laghetti, i “miei” laghetti, ai quali sono legati ricordi indimenticabili, di felicità assoluta.
I mezzi del soccorso continuano a piombare, da dietro e dall’altra parte del Golfo Paradiso. Il traffico è bloccato, e per arrivare a casa, a Pieve, ci vorranno ancora due ore. Di rabbia, di frustrazione. Ho il tempo di aggiornare Facebook con il mio stato d’animo. Nero.
Questa è anche la storia di un presagio. Ieri mattina, quando la buriana ha cominciato a tirare poco dopo l’alba, ero sui miei bricchi (Santa Croce, tanti di voi la conoscono). A chi era con me ho detto: <Se c’è un pazzo che accende un fiammifero, qui è un disastro>.
Questo non è un racconto cronistico, il Direttore sa che sono… fuori servizio. E’ il resoconto delle mie emozioni. Credo che il bastardo che ha appiccato il fuoco, lo abbia fatto proprio dalla strada del Fasce. A quell’antichissimo cammino di viandanti sono legato sentimentalmente per questioni familiari, lì vado spesso a camminare, facendo non di rado incontri con creature meravigliose che in pochi magari immaginano. E allora penso che dovrei, dovremmo fare qualcosa. Abbiamo la fortuna di vivere in uno dei tratti più belli del mondo. Forse è arrivato il momento che tutti ci si impegni per difenderlo.
Guido Agosteo